L’Alzheimer è una delle forme di demenza più comune. Si stima che nel 2050 ci saranno 131,5 milioni di malati di Alzheimer contro i 74,7 milioni stimati nel 2030 (fonte: OMS).  Complice l’invecchiamento della popolazione, si tratta di un problema davvero grosso che rischia di trasformarsi in epidemia.

Tuttavia esistono delle possibilità di preservare il più a lungo possibile il benessere della persona e mantenere attiva la sua stimolazione. Parliamo delle terapie non farmacologiche Alzheimer (TNF), opzioni terapeutiche dai risultati interessanti e dai costi più ridotti rispetto alle terapie farmacologiche tradizionali. Vediamo le 3 TNF principali.

Terapie non farmacologiche Alzheimer: terapia della bambola (Doll Therapy)

Bambola da accudire che riattiva la memoria nell’anziano facendogli rivivere antiche emozioni legate all’infanzia e alla maternità. La doll therapy favorisce l’emergere di sentimenti positivi, migliora la comunicazione e riduce il numero di comportamenti aggressivi e oppositivi, assai tipici nelle persone affette da demenza.

Stimolazione cognitiva

Un’altra terapia non farmacologica Alzheimer è la stimolazione cognitiva, una vera e propria palestra per il cervello. Una soluzione molto usata per mantenere attive le cellule funzionanti e rallentare la perdita funzionale.

È molto importante che la stimolazione cognitiva sia pensata secondo un programma personalizzato in base alle esigenze del paziente. Altro aspetto fondamentale è che la persona sia coinvolta in momenti piacevoli e divertenti: questo crea un miglioramento dell’umore e un innalzamento dell’autostima.

Terapia occupazionale e intrattenimento

Disciplina riabilitativa basata sul coinvolgimento del malato nelle normali attività di vita quotidiana. Il metodo risulta particolarmente efficiente poiché mantiene attivo il malato evitando isolamento e frustrazione. Lo aiuta inoltre a rilassarsi e a sentirsi socialmente coinvolto.

Secondo alcuni dati, un programma di terapia occupazionale portato avanti con successo può ridurre notevolmente i costi legati all’assistenza.

TNF Alzheimer: cosa scegliere?

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